L'abate Roys e il fatto innominabile (Italian Edition) by Fulvio Tomizza

L'abate Roys e il fatto innominabile (Italian Edition) by Fulvio Tomizza

autore:Fulvio Tomizza [Tomizza, Fulvio]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788845223167
Amazon: 8845223167
editore: Bompiani
pubblicato: 1994-10-15T00:00:00+00:00


III

Il nostro abate aveva indovinato che il tribunale vescovile si sarebbe concesso una pausa per le feste di Natale, senza però sospettare che esso aveva protratto i lavori per tutta la Vigilia e li avrebbe ripresi già per Capodanno.

Del suo incontro in chiesa col capitano Raffaele, e dell'incarico subito affidatogli, all'inizio del nuovo anno, gli inquirenti possedevano tre versioni sostanzialmente concordi, le cui sfumature disuguali possono incuriosire soltanto chi non si stanca di nutrire interesse per l'immaginazione e il linguaggio del popolo.

Stando all'inventiva Lucia, convocata stavolta prima di pre' Borgana e del loro visitatore, il gastaldo aveva trovato il padrone in chiesa prima di mezzanotte e, meravigliato, gli aveva chiesto che cosa facesse là a quell'ora. L'abate gli rispose di non essere riuscito a serrar occhio e di aver passeggiato di continuo per “una matterìa” che aveva nel capo; e aggiunse: “Caro compare, tra gli altri piaceri che mi avete fatto, fatemi anche questo, di andare a Morsano.” Per il reverendo Domenigo Borgana la richiesta, avvenuta la mattina di buonora, suonava così: “Compare, io son travagliato perché questa notte non ho potuto dormire né serrar occhio, perciò vi prego come amico e compare che mi siete di andare a Morsano con prontezza.”

Secondo il capitano infine, fu il padrone a interrogarlo:

“Compare, che cosa fate oggi?” E lui gli rispose: “Son travagliato per una braccha2 e se avessi un cavallo, Dio me lo perdoni, sebbene oggi è giorno di Natale, andrei alla Fratinella a trovare un magnifico nipote del defunto magnifico messer Fantin Zorzi, il quale sta lavorando tra Cordovado e Sesto al Règhena.” Il padrone gli propose: “Se volete passare per me a Morsano vi presterò la mia cavalla.”

Il capitano Raffaele Del Ghiro, che a Summaga era una specie di capo della polizia senza altri poliziotti, impiegò un'oretta per percorrere i dieci chilometri di strada, rinunciando alla propria occorrenza. Non trovò in casa il curato. Lo attese e, come il Borgana rientrò, gli svolse il mandato avuto dal Roys: di raccomandare vivamente a lui, a donna Lucia, e di mandare a dire a Cecilia, di non presentarsi in tribunale qualora ne venissero convocati. Soggiunse che l'abate consigliava alle due donne di portarsi oltre il Tagliamento, fuori della diocesi; Cecilia ancora più in là verso Trieste.

Il prete lo informò che sia lui sia Lucia erano già stati interrogati e di essere sul punto di mandare una persona di fiducia a Polcenigo, come aveva promesso a Sua Eccellenza, per convincere Cecilia a ubbidire alla citazione.

Benché la sua missione fosse finita, Raffaele ebbe lo scrupolo di condurla fino in fondo e chiese della madre di Cecilia. Lucia fu fatta venire in canonica. Secondo lei, era stato il capitano Del Ghiro a raggiungerla nella propria casa; e a nome dell'abate la pregò di non recarsi per nessunissima ragione in curia; di andare invece dalla figlia per trasferirsi insieme oltre il Tagliamento. Il vecchio padrone la invitava a venir poi ad abitare da lui, assicurandole di non aver mosso, durante il proprio interrogatorio, alcuna accusa né a lei né a Cecilia.



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